La distalizzazione dei denti consiste nello spostare all’indietro i molari in modo tale da espandere l’arcata dentale ed ottenere più spazio grazie al quale correggere la posizione dei denti anteriori. Questa procedura è spesso utilizzata nel trattamento di pazienti con malocclusioni di seconda classe.
A volte i molari vengono distalizzati per fare spazio in bocca ad altri denti inclusi, come premolari o canini oppure per compensare la crescita eccessiva della mascella superiore. La distalizzazione della arcata superiore è più facile rispetto a quella dell’arcara inferiore perché c’è più osso spugnoso nella mascella che nella mandibola con una percentuale maggiore di osso corticale.
Di solito, la distalizzazione in trattamento su un sistema di bracket viene eseguita utilizzando diversi dispositivi. Ad esempio, in ortodonzia trasparente nel trattamento con gli allineatori invisibili è possibile la distalizzazione di 3 mm senza elementi aggiuntivi; se invece si vogliono raggiungere grandi volumi o velocizzare il trattamento si può utilizzare la distalizzazione su miniviti ortodontiche.
Durante la distalizzazione è molto importante la presenza di tessuto osseo distalmente e lo spazio: spesso si rimuovono i denti del giudizio, si attendono 3 mesi per la guarigione e successivamente si inizia il trattamento con la distalizzazione. Si possono verificare tutti questi parametri con radiografia tipo Il Cone Beam: una nuova apparecchiatura in campo odontoiatrico per scansioni in 3D ad alta risoluzione con bassa esposizione alle radiazioni.
Cosa curiamo con la distalizzazione?
L’indicazione principale per l’utilizzo del metodo di distalizzazione è la posizione disturbata dei denti in arcata. Un tale effetto è possibile quando i denti permanenti eruttano per mancanza di spazio nell’arcata a causa della mancata perdita dei denti da latte. In questa situazione può verificarsi affollamento o rotazione delle unità attorno al proprio asse. Con questa moderna procedura ortodontica, è possibile riportare le unità nella posizione corretta senza intervento chirurgico.
Per quanto riguarda le controindicazioni, in primo luogo con questo metodo potrebbero esserci malattie infettive del cavo orale, come la malattia parodontale, l’infiammazione del tessuto gengivale, la stomatite, ecc.
La metodica è vietata anche in presenza di tumori maligni e neoplasie nel paziente, diabete mellito, malattie immunitarie e immunità generale indebolita: tutto ciò rende impossibile eseguire il trattamento. A causa della presenza di questa ampia corrispondenza di controindicazioni alla procedura, l’ortodontista deve prima condurre tutti gli esami necessari.
Nonostante le varie controindicazioni, la distalizzazione risulta, ad oggi, un metodo molto efficacie per il trattamento di diverse patologie del cavo orale.